26 giugno 2023

Hai mai dovuto affrontare una crisi aziendale?

Intendiamoci, con l’espressione “crisi aziendale” non intendo un momento di difficoltà, piuttosto una fase prolungata di squilibrio dell’attività aziendale rispetto al suo funzionamento fisiologico, un disallineamento tale da mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’azienda.

Se l’hai già vissuta o la stai vivendo in questo momento, sai quanto ogni crisi sia sfibrante, non solo per la condizione di debolezza aziendale che rappresenta, ma anche per il carico mentale che comporta, un sovraccarico psicologico che inficia la capacità di visione, proprio quella lucidità che costituisce l’arma più efficace per fronteggiare ogni tipo di difficoltà.

Se invece non hai mai vissuto una crisi aziendale, ti invito comunque a riflettere sul tema: sappiamo tutti che il mondo in cui viviamo è un mondo dall’equilibrio precario in cui gli shock di mercato sono all’ordine del giorno, per cui farsi trovare preparati, ovvero lavorare in modo da garantire un certo “margine di elasticità” all’operatività aziendale è sicuramente la mossa meno dispendiosa in termini economici e la più lungimirante in termini strategici.

Come prevenire una crisi aziendale

L’integrità aziendale, intesa come integrità filosofica, etica, tecnica e amministrativa, consente di assorbire meglio gli eventi esterni, come una corda che si tira, ma che - essendo sufficientemente elastica - non si spezza.

A questo proposito ti invito a prenderti un momento per esaminare con calma il funzionamento della tua macchina aziendale.

Pensi che la tua azienda sarebbe in grado in questo momento di assorbire eventuali shock esterni? Pensi che l’operatività aziendale (nel complesso e singolarmente in ogni sua area) sia attualmente abbastanza elastica da garantire all’azienda quella resilienza che ne potrebbe determinare la sopravvivenza?

Se non riesci a rispondere con un convinto “sì” a queste due domande, beh, allora sappi che è il caso di agire: se c’è una cosa che ho imparato nella mia lunga esperienza a fianco di aziende e professionisti, è infatti che lo “sguardo ampio” sull’azienda spesso ne decide le sorti. Con “sguardo ampio”, intendo una gestione dell’azienda basata su una visione olistica, attenta al “buon andamento” complessivo della macchina e consapevole che una nave solida e ben rodata negli ingranaggi è pronta ad affrontare ogni tempesta.

Così, il management accorto pone attenzione agli “scricchiolii” nel meccanismo aziendale, sintomi di fragilità localizzate che se non adeguatamente gestite possono diventare le crepe da cui “entra” la crisi, ovvero il terreno fertile su cui può svilupparsi. Sono convinto infatti che la crisi non è mai conseguenza di un singolo evento, esterno o interno (che ne sarà tutt’al più la causa scatenante): la crisi, in realtà, nasce da una debolezza interna, di cui in effetti è l’espressione più drammatica.

Alla prima complicazione un’area tecnica disastrata, una rete distributiva che non funziona, una rete commerciale inefficiente possono diventare i talloni d’Achille di un’azienda altrimenti sana, causandone il disagio e, in alcuni casi, la rovina.

Come affrontare una crisi aziendale

Se invece proprio in questo momento stai affrontando un periodo di crisi, respira!

Ti assicuro che si può sempre fare qualcosa, anche quando la crisi è profonda.

Come leadership mentor, ho spesso assistito i leader di diverse aziende nell’affrontare e superare le crisi che si trovavano a fronteggiare e posso dirvi che nel momento stesso in cui il management riconosce l’esistenza di un problema e si dimostra pronto ad accettare la piena responsabilità della propria condizione, allora la crisi diventa affrontabile, aggredibile, sconfiggibile.

E dunque, il primo passo per fronteggiare una crisi è localizzarne precisamente le cause: spesso sono più di una, nei casi più comuni riscontriamo la presenza una/due cause principali e tutto un contorno di cause secondarie che comunque accentuano la crisi.

Il mio consiglio è, una volta individuate tutte le cause concomitanti, quello di classificarle in termini di rilevanza, in modo da agire solo sulle cause principali. Non farlo, ovvero voler cercare di risolvere tutti insieme tutti i problemi individuati all’interno dell’azienda, vorrebbe dire trattare tutte le problematicità allo stesso modo e dunque disperdere sforzi e tempo (risorse preziose sempre, ancor di più in una situazione delicata come quella di crisi) in interventi che non porterebbero benefici tali da ripagarne i costi.

Altro passaggio fondamentale, come accennavo prima, è l’accettazione, da parte del manager/imprenditore, della piena responsabilità della propria condizione: il “perché” della crisi può essere anche molto intimo. Prendiamo ad esempio il caso di un imprenditore incapace di delegare (sarà lui stesso l’anello debole della catena), ovvero l’imprenditore che non ragiona (e dunque opera) in termini di causalità, ma piuttosto in termini di “fortuna”: un imprenditore simile “subisce” la crisi, bloccando di fatto ogni possibilità di risanamento aziendale.

Il ruolo dei leader nella gestione delle crisi aziendali

Ho notato infatti che spesso il degrado dell’azienda è puramente una conseguenza del degrado della visione imprenditoriale, per questo considero il ripristinamento dell’adeguatezza etica dell’imprenditore il primo passo operativo sulla strada della risoluzione della crisi.

Chiaramente la crisi, così angosciante, così stancante, porta con sé una perdita di lucidità, ecco perché ti consiglio, una volta preso atto della situazione, di chiedere aiuto: un occhio esterno può aiutarti a vedere dinamiche e dettagli della realtà aziendale, impossibili da notare per chi la vive da dentro.

Una volta individuate chiaramente le cause principali e accettata la responsabilità, possiamo procedere alla pianificazione strategica, e programmatica, per avviare il processo di risoluzione della crisi: non è mai un processo indolore, ma ti assicuro che offre anche opportunità inaspettate, inimmaginabili nel periodo buio della crisi ma decisive per l’espansione dell’azienda che dalla crisi è uscita più forte, più consapevole di sé e dei propri punti di forza e debolezza.

Ti lascio con uno spunto di riflessione: analizza attentamente la condizione attuale della tua azienda, quanto lontano ti senti da una crisi? Sei a due passi o a due chilometri dal burrone?

Ricorda sempre che non intervenire quasi mai è la risposta giusta, quindi se senti di non avere la lucidità necessaria per farlo in modo adeguato, non esitare: chiedi aiuto!

Scrivimi pure e raccontami la tua storia!