L’organizzazione del lavoro è uno degli aspetti più problematici che mi trovo ad affrontare nel mio ruolo di Leadership Mentor: spesso infatti mi sono trovato davanti a situazioni in cui i manager, come l’imprenditore, erano sinceramente convinti di aver compiuto un’organizzazione accurata e razionale del lavoro aziendale. E invece…
E invece, il risultato concreto di questa loro attività organizzativa era ben lontano da un’organizzazione accurata e funzionale dell’attività. Del resto non si poteva neanche dire che non fossero stati compiuti degli sforzi in quest’ambito: per rendere l’idea direi che, più che “organizzare”, si era fatto un lavoro per “mettere ordine”.
Avete mai riflettuto sulla sottile differenza che corre tra questi due concetti?
Per rispondere con cognizione di causa a questa domanda dobbiamo, a mio parere, riflettere sull’oggetto a cui l’azione di “organizzare” o “mettere ordine” si applica, ovvero l’azienda.
Ora, possiamo pensare all’azienda come uno strumento per il raggiungimento di una certa vision che realizzi il sogno imprenditoriale, oppure, spingendo ancora un po’ questa similitudine, possiamo pensare all’azienda come ad una cassetta degli attrezzi.
Immaginate di dover fare un piccolo lavoretto in casa, una cosa da niente che vostra moglie vi chiede da mesi, e ora immaginate che finalmente troviate il tempo, e la voglia, di impiegare una mezz’oretta per sbrigare l’incombenza e non pensarci più. Quindi vi fate coraggio e andate dal vicino di casa a chiedergli in prestito la nuova cassetta degli attrezzi di cui si vanta tanto.
Tuttavia, una volta richiusa la porta di casa alle vostre spalle, basta poco per realizzare che il cacciavite che vi serviva è introvabile e la tanto decantata cassetta degli attrezzi si dimostra assolutamente inutile per voi.
È così anche per l’attività aziendale: non può esistere un’organizzazione se non è stato prima definito il risultato che con questo macro strumento vogliamo ottenere.
Organizzare dunque vuol dire definire un fine produttivo, dipendente a sua volta dall’effetto che desidero produrre sul mio target. Se non ho chiaro il fine, mi limiterò a mettere ordine tra le diverse funzioni e darò vita a un’organizzazione “finta”, un’organizzazione cioè che - priva di una vision a indicarle la strada - rischia sbandamenti e svuotamenti di senso.
Per procedere dunque ad una vera organizzazione devo prima chiedermi che tipo di esperienza voglio offrire al mio cliente: come si sentirà in fase di contatto? Come alla vendita? Come nel post-vendita?
E, in base alle risposte che mi sono dato, definirò ogni fase del viaggio del cliente in modo che l’esperienza offerta sia sempre costante: che sia, passatemi il termine, protocollata.
Solo a questo punto potrò procedere all’organizzazione dell’attività aziendale in modo che tutte le diverse funzioni aziendali si muovano insieme, contribuendo, ognuna per la sua area di competenza, ad uno sviluppo quanto più armonico possibile del viaggio del cliente così come immaginato.
In fase di organizzazione dovrò dunque valutare e identificare precisamente qual è la parte del viaggio che ogni funzione aziendale tocca.
Ogni funzione specializzata infatti è deputata alla cura di una tappa specifica del viaggio del cliente e solo se tutte le funzioni lavorano in modo armonico tra loro potrà avvenire la “fanatizzazione” del cliente, intendendo con questo termine una fidelizzazione che va oltre la semplice fedeltà e diventa entusiasmo per l’azienda, trasformando il cliente nel brand ambassador più potente.
Tornando al punto di partenza, ovvero la differenza tra mettere ordine e organizzare, sarò chiaro: mettere ordine non fa mai male e non vorrei che passasse il messaggio sbagliato, tuttavia può, in alcuni casi, risultare fuorviante e impedirvi di raggiungere una piena produttività.
Nell’illusione di aver già “messo ordine” potreste trovarvi infatti nella condizione di imputare eventuali disallineamenti tra i risultati aziendali effettivi e le vostre aspettative ad altre cause, col rischio di perdere di vista il vero problema.
Mettere ordine infatti certamente garantisce un clima migliore e una migliore funzionalità aziendale, ma non necessariamente porterà ad una migliore produttività. Un’organizzazione ben progettata invece si tradurrà in un miglior clima aziendale ma anche in una maggiore capacità di espansione con conseguente aumento di redditività.
Osserva attentamente la tua azienda: credi che il tuo modello organizzativo abbia le caratteristiche per farti espandere in modo costante e redditizio? O finora hai solo messo ordine?
Se non sei sicuro sulla risposta, se hai dubbi o vuoi raccontarmi la tua storia, scrivimi pure, sarò felice di aiutarti!